A Sant’Egidio lo sfrattano da un container

Il signor Gatto spiega all’associazione S. Pantaleone

le condizioni del suo alloggio: ora l’allontanamento.

 

“E il signor Gatto dove lo metto?”.

Questa la domanda che da giorni sta arrovellando il cervello dell’avvocato Roberto Marrazzo, sindaco di Sant’Egidio Monte Albino. Il Comune vuole ripulire dall’amianto l’area dei container di via Raffaele Falcone, l’unico inghippo è trovare una soluzione abitativa per Raffaele Gatto che dal dopo terremoto occupa un prefabbricato leggero diventato da circa vent’anni la propria casa.

L’anziano di 72 anni, un passato in marina militare, ex beccaio, separato dal 1987, vive in una situazione già precaria per le pessime condizioni del container. I disagi di una vita in una scatola di latta hanno contribuito all’allontanamento della moglie. Purtroppo, nonostante le condizioni e i cattivi ricordi, il container è l’unico punto di riferimento per l’uomo.

Venti anni di prefabbricato e ora lo sfratto. Il Comune gli ha proposto l’elargizione di un contributo economico di sette milioni affinché lasciasse quanto prima la sua incerta abitazione. Ma Gatto, con le sue 650mila lire di pensione al mese teme che finiti i soldi del Comune si possa ritrovare in mezzo ad una strada.

Le esigenze del nostro malcapitato si scontrano con altre, che hanno lo stesso una notevole importanza.

L’Ente deve assicurare l’igiene pubblica e la rimozione di fonti d’inquinamento come l’amianto. Per questo motivo il Comune ha chiesto e ottenuto dalla Regione Campania un finanziamento di circa 200 milioni per bonificare l’area.

Insomma, una classica storia di abbandono di cui è vittima un anziano, che, volendo mantenere una propria autonomia, si scontra con l’assenza di una rete di protezione e assistenza pubblica. Che fine ha fatto la legge per regolamentare le Rsa (Residenza sanitarie assistite)? Un anziano che non ha più la possibilità economica di provvedere al suo sostentamento o ad assicurarsi un tetto, cosa deve fare? Alla Regione è in discussione un progetto di legge, ma mentre sui discute, il povero Gatto deve andare fuori di casa, chissà dove.

Il sindaco Marrazzo ha assicurato che fino a quando lui sarà il primo cittadino l’anziano macellaio avrà assicurato il pagamento del fitto di un’adeguata abitazione. Ma La San Pantaleone si chiede: e dopo? Si può campare così nell’incertezza, tenendo un vecchietto sempre sull’orlo della strada? Ma ci si chiede ancora come sia possibile che a distanza di decenni siano ancora in piedi scatole di latta che dovevano servire per l’emergenza. Una vergogna che si deve ascrivere ad intere classi dirigenti, che solo con l’imminenza di un o sfratto, si preoccupano delle sorti degli abitanti. Cosa è stato fatto in questi anni per assicurare una casa decente ad un pensionato con 650mila lire di reddito al mese? Forse nulla. Forse poco. Sicuramente, Gatto dovrà sperare che venga approvata la legge che consentirà ai sindaci di espletare anche il terzo mandato, se non vorrà trovarsi un comodo ponte sotto cui “abitare”. Bella soluzione! Forse anche dopo l’intervento della San Pantaleone il sindaco Marrazzo ha fatto visionare un appartamento al signor Gatto, speriamo solo che questa possa essere la sua casa definitiva.

Carlo.Cascone@libero.it