Per la Rubrica del 15 dicembre 1999

 

Battaglia contro i tagli decisi dalla Asl.

 

Continua la battaglia dei Centri di Riabilitazione contro i tagli decisi dalla Asl.

Le Case di Cura infatti non si rassegnano all’idea di ridurre personale e prestazioni terapeutiche, a danno dei pazienti e degli operatori sanitari del settore, in seguito alla drastica riduzione di fondi da destinare alla Riabilitazione da parte dei manager delle Asl, decisi dal canto loro a limitare al massimo le spese sanitarie anche a scapito delle migliaia di persone disabili che di quelle terapie sovvenzionate hanno un bisogno vitale per garantirsi una vita decente.

E pensare che dalla Regione Campania fino a pochi mesi fa arrivavano le più serene rassicurazioni sulla gestione della spesa per la Riabilitazione in particolare, l’assessore regionale al Bilancio, Filippo Lucignano, alla fine di una serie di riunioni con i responsabili dei Centri di tutta la Regione e i manager delle Asl, aveva assicurato che non ci sarebbe stato alcun contraccolpo per le Case di Cura e per i loro pazienti visto che i debiti pregressi accumulati in questo settore sarebbero stati liquidati dalla Regione entro la fine dell’anno (il 1999) e che per il prossimo (il 2000) la situazione nella Riabilitazione sarebbe nettamente migliorata. 

Invece, come regalo di fine anno, i portatori di handicap ricevono questa sorpresa tutt’altro che gradita. I tagli alla Sanità rischiano di mettere a tappeto uno dei settori più importanti e delicati: quello delle prestazioni riabilitative. Tutto per una non meglio capita logica del risparmio ai danni dei più deboli, i disabili.

Infatti alla ASL SA 1 il 90% del risparmio totale viene ottenuto tagliando di netto i servizi convenzionati, la spesa per la riabilitazione ambulatoriale e domiciliare.

Lo stesso accade nella ASL SA 2 dove nonostante la spesa complessiva aumenti di quasi mezzo miliardo le cure convenzionate vengono penalizzate con tagli pari ai  5 miliardi, la maggior parte a danno della Riabilitazione.

Nella ASL SA 3 i costi generali diminuiscono di appena 200 milioni ma i fondi destinati ai servizi convenzionati scendono di 3,6 miliardi.

Paradossalmente, però, le Aziende sanitarie  di fronte a questi tagli così incisivi hanno fatto aumentare le spese per il personale a svantaggio di quelle che invece sono le spese più strettamente sanitarie.